Direttore Sanitario: dott. Giovanni Casaretta - Autorizzazione DCA U00433

Eritrociti alti: cosa significa davvero avere troppi globuli rossi nel sangue

Cosa significa avere gli eritrociti alti nel sangue? È un problema serio?

Quando si riceve il risultato di un’analisi del sangue, le prime cose che si osservano sono i valori fuori norma. Può capitare che accanto alla voce eritrociti (RBC, globuli rossi) compaia la dicitura “alti” o un valore superiore rispetto ai range di riferimento. Per molte persone questa scoperta genera dubbi e preoccupazioni: ma non è sempre necessario preoccuparsi.

Gli eritrociti, o globuli rossi, sono cellule fondamentali: trasportano l’ossigeno dai polmoni a tutti i tessuti e, allo stesso tempo, rimuovono l’anidride carbonica. Il loro numero, così come quello degli altri elementi del sangue, viene rilevato tramite un esame di laboratorio molto comune: l’emocromo.

Sapere se gli eritrociti sono normali, bassi o alti è importante, perché il valore può offrire informazioni utili sullo stato di salute generale e sull’efficienza del sistema circolatorio. Un numero superiore alla norma non è sempre sinonimo di malattia, ma è un segnale da interpretare con attenzione, considerando la storia clinica del paziente, eventuali sintomi e gli altri parametri ematici.

In questa guida completa analizzeremo:

  • cosa significa avere gli eritrociti alti;
  • quali sono le cause più comuni;
  • come leggere i valori dell’emocromo;
  • differenze tra adulti e bambini;
  • quali esami di approfondimento possono essere utili.

L’obiettivo è fornire un quadro chiaro e affidabile, per aiutare chi ha trovato questa anomalia nel proprio referto a capire meglio il significato del dato e come affrontarlo con il supporto medico.

Cosa sono gli eritrociti e qual è il loro ruolo

Gli eritrociti, chiamati anche globuli rossi o RBC (Red Blood Cells), rappresentano il tipo di cellula più abbondante nel sangue. Sono prodotti dal midollo osseo e hanno una vita media di circa 120 giorni. La loro funzione principale è il trasporto dell’ossigeno dai polmoni a tutti i tessuti e il ritorno dell’anidride carbonica verso i polmoni, dove viene eliminata con la respirazione.

A differenza di altre cellule, gli eritrociti non hanno nucleo: questa caratteristica lascia più spazio all’emoglobina, la proteina che lega l’ossigeno. È grazie a questa struttura particolare che i globuli rossi nel sangue possono svolgere in modo efficiente il loro compito vitale.

Un numero corretto di eritrociti è essenziale per il buon funzionamento dell’organismo. Quando gli eritrociti sono troppo pochi (eritrociti bassi), possono insorgere condizioni come l’anemia; quando invece sono troppi (eritrociti alti), aumenta la densità del sangue, con possibili ripercussioni sulla circolazione e sul cuore.

Eritrociti e valori normali nel sangue

Il numero degli eritrociti viene misurato attraverso un esame di laboratorio molto diffuso: l’emocromo. Questo test fornisce una panoramica generale della salute del sangue, valutando non solo i globuli rossi, ma anche i globuli bianchi e le piastrine.

I valori normali degli eritrociti possono variare leggermente da un laboratorio all’altro, ma in generale si considerano:

  • Uomini adulti: 4,7 – 6,1 milioni/µL di sangue
  • Donne adulte: 4,2 – 5,4 milioni/µL
  • Bambini: 4,1 – 5,5 milioni/µL

Questi range di riferimento servono per distinguere una situazione di normalità da un’alterazione, sia essa un valore alto o un valore basso.

eritrociti alti
Valori di riferimento degli eritrociti nel sangue

Perché monitorare il numero di eritrociti

Controllare la quantità di eritrociti non significa solo verificare un dato di laboratorio: vuol dire valutare la capacità del sangue di garantire un apporto adeguato di ossigeno ai tessuti. Alterazioni significative, come un aumento o una riduzione marcata, possono essere indice di:

  • problemi respiratori o cardiaci,
  • malattie del midollo osseo,
  • disidratazione o carenze nutrizionali,
  • disturbi cronici che influenzano la produzione di cellule sanguigne.

Per questo motivo, il valore degli eritrociti non va mai interpretato da solo, ma sempre in combinazione con altri parametri dell’emocromo (come emoglobina ed ematocrito).

A questo proposito, può essere utile approfondire anche il tema dell’ematocrito basso, che fornisce ulteriori informazioni sulla componente corpuscolata del sangue.

Eritrociti alti: significato e possibili cause

Scoprire dal referto che gli eritrociti sono alti significa che il numero dei globuli rossi (RBC) nel sangue ha superato i valori di riferimento. In pratica, il corpo sta producendo più cellule del necessario per trasportare ossigeno. A prima vista potrebbe sembrare una buona notizia: più eritrociti, più ossigeno disponibile. In realtà, la situazione è più complessa.

Quando i globuli rossi diventano troppi, il sangue tende ad addensarsi. Un sangue più “denso” circola con più difficoltà, il cuore è costretto a pompare con maggiore forza e aumenta il rischio di complicazioni, soprattutto a livello cardiovascolare.

Non sempre però si tratta di una condizione pericolosa: a volte l’aumento degli eritrociti è una risposta fisiologica dell’organismo, altre volte invece è il segnale di una malattia che richiede attenzione.

Il punto fondamentale è che gli eritrociti alti non vanno ignorati, ma nemmeno drammatizzati. Capire il significato di questo risultato significa considerare i possibili scenari, distinguendo quelli benigni da quelli che necessitano di indagini mirate.

Cause più comuni di eritrociti alti

Gli eritrociti alti possono avere molteplici cause, e non tutte sono fonte di preoccupazione, soprattutto quando non sono associate a sintomi specifici. Ad esempio, una delle condizioni più frequenti è la disidratazione: dopo episodi di vomito, diarrea o sudorazione intensa, il volume di liquidi nel sangue si riduce. Il risultato è che gli eritrociti sembrano di più, ma in realtà è solo il plasma ad essere diminuito.

Un’altra situazione molto comune riguarda chi vive ad alta quota. In montagna l’aria è più rarefatta e contiene meno ossigeno: per compensare questa carenza, l’organismo stimola la produzione di più globuli rossi, così da garantire ai tessuti un apporto di ossigeno sufficiente. È un adattamento naturale e reversibile: scendendo a quote più basse, i valori tendono a normalizzarsi.

Le malattie polmonari croniche, come la BPCO o l’asma grave, possono a loro volta indurre un aumento di eritrociti. Quando i polmoni non riescono a ossigenare bene il sangue, il corpo risponde producendo più globuli rossi nel tentativo di compensare la carenza. Lo stesso accade nei fumatori cronici, in cui la costante esposizione al monossido di carbonio riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno, spingendo l’organismo a produrne di più.

Esistono poi condizioni meno comuni, ma più significative, come le malattie del midollo osseo. Un esempio è la policitemia vera, una patologia rara in cui il midollo produce un eccesso di cellule ematiche senza un reale bisogno fisiologico. In questi casi non si tratta di una risposta compensatoria, ma di un vero e proprio disturbo che deve essere gestito dal medico ematologo.

Infine, non bisogna dimenticare l’effetto di farmaci e sostanze. L’uso prolungato di alcuni medicinali o il ricorso a doping con eritropoietina (EPO) possono stimolare la produzione eccessiva di globuli rossi, alterando i valori dell’emocromo.

Il ruolo dell’emocromo nel chiarire i dubbi

L’aumento degli eritrociti non va mai considerato da solo. L’emocromo completo fornisce altri parametri preziosi che aiutano a interpretare meglio il dato:

  • L’emoglobina indica la capacità dei globuli rossi di trasportare ossigeno.
  • L’ematocrito misura la percentuale di sangue occupata dai globuli rossi: se è alto insieme agli eritrociti, è probabile che il sangue sia effettivamente più viscoso. Puoi approfondire il tema leggendo la guida dedicata all’ematocrito basso, che mostra quanto questo parametro sia legato alla quantità e alla qualità degli eritrociti.
  • Anche altri valori, come quelli dei globuli bianchi e delle piastrine, completano il quadro e permettono al medico di capire se l’aumento dei globuli rossi è isolato o fa parte di una condizione più ampia.

Un caso reale: quando un referto fa la differenza

Per comprendere meglio quanto un valore fuori norma possa cambiare le cose, prendiamo il caso di Marco, 52 anni (nome di fantasia). Durante un controllo aziendale, senza alcun sintomo particolare, scoprì di avere eritrociti e ematocrito più alti del normale. Pensava fosse un errore, visto che si sentiva bene, ma il suo medico decise di approfondire con altri esami. Il risultato fu la diagnosi precoce di policitemia vera, una malattia del midollo osseo che, se non individuata, può avere conseguenze gravi.

Grazie a quel referto, Marco ha potuto iniziare un percorso terapeutico tempestivo e personalizzato, evitando complicazioni future. Questo dimostra quanto sia importante non trascurare un dato di laboratorio apparentemente marginale: anche un piccolo segnale può raccontare una storia clinica importante.

Guardare al dato con equilibrio

Gli eritrociti alti non sono sempre sinonimo di malattia: a volte rappresentano solo una risposta fisiologica, altre volte invece richiedono attenzione medica. Il segreto è mantenere equilibrio: non sottovalutare il dato, ma neppure spaventarsi. Solo un medico, considerando l’intero referto e il contesto clinico, può stabilire se si tratta di un fenomeno temporaneo o di un campanello d’allarme da approfondire.

Eritrociti alti: sintomi e quando preoccuparsi

Avere gli eritrociti alti non significa sempre avvertire sintomi evidenti. In molti casi, infatti, la scoperta avviene per caso, durante un controllo di routine o un check-up aziendale. È proprio questo il punto: spesso il corpo lancia segnali molto deboli, che passano inosservati fino a quando non vengono confermati da un’analisi del sangue.

Quando però il numero di globuli rossi diventa significativamente superiore al normale, possono comparire disturbi più o meno specifici. Alcuni sono lievi e facilmente confondibili con altri problemi comuni, altri invece possono destare maggiore attenzione.

Sintomi più frequenti

Le persone con eritrociti alti possono sperimentare:

  • Mal di testa ricorrenti, legati all’aumento della viscosità del sangue e quindi a una minore ossigenazione del cervello.
  • Vertigini o senso di stordimento, soprattutto in situazioni di sforzo fisico.
  • Affaticamento e calo di energia, nonostante un’alimentazione corretta e uno stile di vita regolare.
  • Arrossamento del viso o della pelle (eritema facciale), dovuto a un maggior volume di sangue nei piccoli vasi.
  • Formicolii alle mani e ai piedi, sintomo collegato a una circolazione più lenta.

Questi sintomi, da soli, non bastano a confermare una diagnosi, ma diventano campanelli d’allarme se associati a un referto che indica valori elevati di eritrociti, emoglobina ed ematocrito.

sintomi eritrociti alti
I sintomi più comuni in caso di eritrociti alti nel sangue

Segnali che meritano attenzione immediata

In alcuni casi, gli eritrociti alti possono determinare complicazioni serie. Quando la densità del sangue cresce oltre una certa soglia, aumenta il rischio di trombosi, cioè la formazione di coaguli che possono ostruire vene e arterie.

Ecco i segnali che non vanno mai trascurati:

  • Dolore improvviso e intenso a un arto, con gonfiore e arrossamento.
  • Dolore toracico, difficoltà a respirare o palpitazioni improvvise.
  • Disturbi neurologici come visione offuscata, difficoltà di linguaggio o perdita di forza a un braccio o a una gamba.

Questi sintomi richiedono un intervento medico immediato, perché possono indicare la presenza di un coagulo o un evento cardiovascolare in corso.

Eritrociti alti nei bambini: cosa cambia

Quando il referto riguarda un bambino, la preoccupazione dei genitori cresce inevitabilmente. È importante sapere che i valori normali di eritrociti nei bambini non sono identici a quelli degli adulti, e devono essere interpretati con riferimento all’età e allo stato di salute generale.

Un bambino con eritrociti alti può avere semplicemente una lieve disidratazione, magari legata a febbre o diarrea, oppure un adattamento temporaneo. In altri casi, invece, può trattarsi di un campanello d’allarme per condizioni più complesse che richiedono indagini approfondite. Per questo, mai affidarsi solo al numero riportato nel referto: è sempre il pediatra a dover valutare il significato clinico del dato e a decidere se prescrivere ulteriori esami.

Quando rivolgersi al medico

Il momento giusto per rivolgersi al medico è ogni volta che un valore fuori norma viene segnalato dall’emocromo. Anche se non ci sono sintomi evidenti, un referto con eritrociti alti non dovrebbe essere ignorato. Il medico, infatti, può stabilire se si tratta di un fenomeno transitorio o del segnale di una condizione sottostante.

Se al risultato degli eritrociti alti si aggiungono altri dati alterati (ad esempio emoglobina elevata o valori sballati della glicemia, come nel caso dell’emoglobina glicata alta), diventa ancora più importante non rimandare la consulenza specialistica.

Diagnosi ed esami di approfondimento per gli eritrociti alti

Quando l’emocromo mostra un numero di eritrociti alti, la prima regola è non fermarsi al dato isolato. Gli esami del sangue, infatti, sono strumenti preziosi ma vanno sempre interpretati dal medico, che collega i valori a sintomi, storia clinica e fattori di rischio individuali.

Un risultato fuori norma può essere legato a una condizione temporanea e benigna, come la disidratazione, oppure a una patologia più complessa. Per distinguere tra questi scenari, il medico può prescrivere alcuni accertamenti mirati.

Analisi di laboratorio complementari

  • Esame emocromocitometrico completo
    Non basta guardare solo agli eritrociti. Parametri come emoglobina, ematocrito e indici corpuscolari (MCV, MCH, MCHC) permettono di avere un quadro più chiaro della salute dei globuli rossi. L’ematocrito, ad esempio, è strettamente correlato al numero di eritrociti: se entrambi sono elevati, il sangue è sicuramente più viscoso del normale.
  • Parametri immunitari e infiammatori
    Anche i globuli bianchi possono dare indicazioni importanti. Un loro aumento, unito a valori elevati degli eritrociti, può suggerire che è in corso un processo infiammatorio o infettivo. In certi casi può essere utile controllare l’esterasi leucocitaria, un enzima che segnala la presenza di leucociti nelle urine.
  • Valutazione della funzionalità renale e polmonare
    Esami come la creatinina, la saturazione dell’ossigeno o prove di funzionalità respiratoria possono aiutare a capire se l’aumento degli eritrociti è una risposta compensatoria a problemi renali o respiratori.

Esami strumentali

In base al sospetto clinico, il medico può consigliare:

  • Ecografia addominale per valutare reni e milza.
  • Radiografia o TAC toracica per indagare eventuali patologie polmonari.
  • Polisonnografia (studio del sonno) nei casi in cui si sospetti apnea notturna, condizione che può indurre un aumento dei globuli rossi.

Globuli rossi nel sangue: l'importanza del contesto clinico

Un dato isolato non fa diagnosi. Ad esempio, un giovane atleta che vive in montagna può avere eritrociti alti senza alcuna malattia, mentre la stessa alterazione in una persona sedentaria e fumatrice di 60 anni assume un significato diverso e richiede maggiore attenzione.

L’approccio corretto è sempre quello di affidarsi al medico, che valuterà se programmare nuovi esami a distanza di tempo, oppure se intraprendere subito un percorso di approfondimento diagnostico.

Domande frequenti sugli eritrociti alti

Cosa significa avere gli eritrociti alti?

Significa che il numero di globuli rossi (RBC) nel sangue è superiore ai valori di riferimento. Può trattarsi di una condizione transitoria, come nel caso di disidratazione, oppure del segnale di una patologia più complessa. L’interpretazione corretta spetta sempre al medico, che valuta il dato insieme agli altri valori dell’emocromo. Ricorda: nel referto, alcune volte, questo valore è indicato con la sigla RBC. Valuta sei il valore RBC alto o RBC basso e rivolgiti al tuo dottore.

Quali sono i valori normali di eritrociti?

I valori normali cambiano in base a età e sesso: negli uomini adulti si aggirano tra 4,7 e 6,1 milioni/µL, nelle donne tra 4,2 e 5,4 milioni/µL, nei bambini tra 4,1 e 5,5 milioni/µL. Un numero superiore a questi range indica eritrociti alti, mentre un valore inferiore suggerisce eritrociti bassi.

Quali sono le cause principali degli eritrociti alti?

Le cause possono essere fisiologiche, come vivere ad alta quota o una disidratazione momentanea, oppure patologiche, come malattie polmonari croniche, problemi cardiaci o disturbi del midollo osseo (es. policitemia vera). Anche il fumo e alcuni farmaci possono contribuire ad aumentare i globuli rossi nel sangue.

Quali sintomi possono dare gli eritrociti alti?

A volte nessuno: molte persone scoprono il problema solo grazie agli esami di routine. In altri casi possono comparire mal di testa, vertigini, affaticamento, arrossamento del viso o formicolii agli arti. Nei casi più gravi, un sangue troppo denso può aumentare il rischio di trombosi e problemi cardiovascolari.

Gli eritrociti alti nei bambini sono preoccupanti?

Non sempre. Nei bambini i valori di riferimento sono diversi e l’aumento può essere dovuto a cause semplici, come la disidratazione legata a febbre o diarrea. Tuttavia, anche in età pediatrica è fondamentale che sia il pediatra a valutare il dato e decidere se servono ulteriori accertamenti.

Come si abbassano gli eritrociti alti?

Non esiste un rimedio universale. La terapia dipende dalla causa: si va dalla correzione di abitudini scorrette (idratazione, stop al fumo) fino a trattamenti specifici in caso di malattie del midollo osseo o patologie croniche. È importante non cercare soluzioni fai-da-te: il percorso deve essere personalizzato e guidato da uno specialista.

Gli eritrociti alti sono collegati ad altre analisi?

Sì. Spesso un aumento degli eritrociti è accompagnato da variazioni dell’ematocrito e dell’emoglobina. In alcuni casi è utile valutare anche altri parametri, come l’esterasi leucocitaria o l’emoglobina glicata, che possono offrire un quadro più completo della salute del sangue e del sistema circolatorio.

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